Influenza: Paracetamolo o ibuprofene?

di Alessandro Claudio Giordano

L’influenza è un malanno di stagione che accompagna spesso le nostre giornate invernali.. Febbre, male alle ossa, raffreddore mal di gola anche in questi primi giorni di anno nuovo, molti italiani sono stati costretti a letto. Durante la prima settimana del 2024, i 1.222 medici sentinella hanno inviato dati sulla frequenza di sindromi simil-influenzali tra i propri assistiti. Il valore dell’incidenza totale è pari a 16,50 casi per mille assistiti.

Nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 33,62 casi per mille assistiti, nella fascia di età 5-14 anni a 14,43 nella fascia 15-64 anni a 17,69 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 10,45 casi per mille assistiti. Quali sono però i rimedi a disposizione? Meglio il paracetamolo o l’ibuprofene? E la cara vecchia Aspirina, si o no? Diremmo che questi siano tutti farmaci utili, ma non sono interscambiabili. Così proviamo a fare un viaggio attraverso differenze e precauzioni d’uso, per così scegliere con consapevolezza la soluzione  più adatta. In caso di sintomi influenzali come febbre, raffreddore, dolore alla gola o alle ossa, i farmaci da utilizzare sono sempre gli stessi. Che si tratti di influenza, Covid o di altri virus tipici della stagione invernale (detti parainfluenzali): antipiretici per abbassare la febbre e analgesici. Anche le nozioni di medicina familiare non ci consentano di accedere alle loro caratteristiche e proprietà, si rischia di fare confusione scegliendo magari quello meno adatto. Vediamo come si usano e in cosa differiscono quelli più utilizzati. Ed allora la prima scelta è tra Paracetamolo o ibuprofene? I due farmaci sono quelli più utilizzati in caso di febbre e raffreddore ma non sono affatto la stessa cosa. Intanto perchè fanno parte di due classi di farmaci differenti. Il primo è un farmaco che si usa per alleviare il dolore lieve o moderato in vari malanni, tra cui il mal di testa o di denti, il dolore mestruale, i fastidi post-operatori e per abbassare la febbre. Il secondo è invece un antinfiammatorio che appartiene alla classe dei Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei): la sua funzione principale è appunto quella di ridurre le infiammazioni, ma ha anche un potere antidolorifico e antifebbrile. La prima grande differenza riguarda appunto l’effetto antinfiammatorio, caratteristica sostanziale dell’ibuprofene ma non del paracetamolo. Entrambi hanno un ottimo effetto analgesico, , ma ancora una volta se questo sintomo dipende da un’infiammazione, l’ibuprofene sarà da preferire al paracetamolo. Per quanto riguarda gli effetti collaterali e le interazioni con altri farmaci, il paracetamolo è generalmente considerato più sicuro dell’ibuprofene: perché il secondo può causare problemi gastrointestinali, come ulcere o sanguinamento, e compromettere la salute cardiovascolare, se assunto per lunghi periodi. Il paracetamolo, invece, è un po’ più tossico per il fegato e per questo non è sempre la scelta migliore per chi soffre di insufficienza epatica. L’ibuprofene è controindicato nei neonati con peso inferiore ai 5,6 kg (sotto i tre mesi circa), nelle persone con ulcere gastriche, sanguinamento gastrointestinale o allergiche ai Fans. Il paracetamolo, invece, può essere assunto da quasi tutti, ma è importante fare attenzione al dosaggio e alla durata del trattamento. In questo calcolatore online puoi farti un idea di quale possa essere la dose di ibuprofene e paracetamolo più adatta ai bimbi in base al peso. Anche l’acido acetilsalicilico, la cara vecchia Aspirina, viene comunemente usato per alleviare febbre, infiammazione e dolore. Si tratta di un antinfiammatorio non steroideo (Fans). Grazie alla sua azione fluidificante del sangue, l’Aspirina viene anche usata a basso dosaggio per prevenire infarti e trombi in chi ha un rischio cardiovascolare aumentato o ha già avuto un incidente di questa natura. L’effetto antidolorifico e contro la febbre dell’Aspirina è molto simile a quello del paracetamolo ma, come l’ibuprofene, l’Aspirina possiede anche un effetto antinfiammatorio, che può essere utile se i sintomi dipendono da un’infiammazione.

Attenzione, però, ai suoi effetti indesiderati: come tutti i Fans, anche l’acido acetilsalicilico è irritante per lo stomaco. Ad alti dosaggi, l’Aspirina può provocare ulcere e sanguinamento gastrico. Per questo deve essere usata con cautela nelle persone che soffrono di ulcera o gastrite e mai se si soffre di emofilia o altre malattie della coagulazione. Altra differenza è che il paracetamolo può essere somministrato ai bambini, mentre l’Aspirina è controindicata sotto i 16 anni: in età pediatrica questo farmaco può causare un effetto collaterale raro ma molto grave e potenzialmente fatale chiamato sindrome di Reye. La differenza che intercorre tra l’ibuprofene e gli altri farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) in libera vendita è comunque minima. Tutti svolgono anche una funzione analgesica e antipiretica. Quello che cambia è la durata di tempo in cui il farmaco è presente nell’organismo, che ha una ricaduta sul numero di dosi giornaliere e sul dosaggio necessario per ottenere un determinato effetto sull’infiammazione e il dolore. Ci sono anche differenze nella tollerabilità e nel rischio di effetti indesiderati: i dati disponibili indicano che l’ibuprofene è meno aggressivo a livello gastrico rispetto ad altri Fans e per questo è preferibile in caso di malattie da raffreddamento. Detto questo tutti i rimedi possono ridurre i sintomi collegati alle infezioni respiratorie, come il mal di gola o i dolori muscolari, ma questo non significa che siano efficaci nel curare queste malattie: contrariamente ai messaggi veicolati dalle campagne pubblicitarie assumerli non fa guarire più velocemente. Meglio accompagnare l’organismo a rispettare i tempi di convalescenza, stando al caldo e a riposo per il tempo necessario alla completa guarigione… e mai fidarsi dei medici da tastiera, quelli per intenderci laureatisi all’università dei socials….