Carta carbone: un'invenzione italiana?

di Alessandro Claudio Giordano

 Qualcuno o forse più di uno tra noi, si ricorderà certamente della carta carbone? Due le tesi circa la sua invenzione. La prima la vorrebbe di origine inglese. La storia ci racconta che il  7 ottobre 1806 l’inglese Robert Wedgwood brevettò un tipo di carta molto particolare, rivestita da uno strato di inchiostro asciutto, utilizzata per creare una o più copie di un documento durante la scrittura.

In realtà già nel 1801 Pellegrino Turri aveva inventato la carta nera, copiativa nata per consentire alle persone con problemi di vista di scrivere senza dover intingere la penna nel calamaio, ma il deposito del brevetto fu dell’inventore inglese. Ma il Turri in precedenza aveva  perfezionato la prima macchina da scrivere inventata da un suo amico, il Conte Agostino Fantoni nell'anno 1802 la sorella Anna Carolina Fantoni che era diventata cieca. Si racconta che Turri fosse legato alla Contessa Anna Carolina da una relazione sentimentale. Di fatto quella carta, tanto particolare, detta  carta carbone serviva a  fornire l'inchiostro alla macchina. La carta carbone, come la penna, il pennino, l’inchiostro, la carta da scrivere. Oggi, la carta carbone è caduta quasi in totale disuso. È stata largamente soppiantata da dispositivi elettronici come le fotocopiatrici, che permettono la copia di documenti in maniera più veloce e agevole. La carta carbone non è del tutto sparita, resiste ancora in qualche bollettario di consegna e invio merce e nel blocchetto di ricevute. .Scendendo più nel dettaglio diremmo che una prima distinzione si debba fare tra la carta che veniva utilizzata per copie manuali e quelle per macchina da scrivere, la seconda per colore. La carta copiativa usata per le macchine da scrivere era più sottile e l'inchiostro che la ricopriva è più secco, il che consentiva riproduzioni fedelissime dei tipi battuti e l'impiego contemporaneo di vari strati. In situazioni ottimali queste carte permettevano di creare fino a sei o sette copie ancora sufficientemente leggibili. Va detto che per le copie veniva usata la "carta velina", cioè carta resistente ma molto sottile, un articolo oggi praticamente sconosciuto in quanto tramontato con la carta carbone stessa. La velina è passata poi a significare un promemoria, proprio in quanto le copie dei documenti che rimanevano in ufficio per archivio e possibile consultazione erano scritte su questa carta sottile e quasi trasparente come un velo. La carta carbone era artigianalità. Ed era importante che il foglio inchiostrato fosse ben disteso tra le pagine per evitare il disastro. Ne erano pieni i cassetti degli “applicati” negli studi e negli uffici in generale. Utilizzati i fogli “carbonati un poco come antesignani della stampante o della fotocopiatrice. Oggi caduta in disuso proprio per inutilizzo. Degna erede della carta carbone è la carta autocopiativa, detta anche carta chimica o carta chimica autocopiante. Come la carta carbone, è usata per redigere in duplice o in triplice copia il medesimo documento. Viene ancora usata in ambito professionale e industriale per compilare fatture commerciali, ricevute fiscali, copie commissioni e documenti di trasporto in duplice e triplice copia, con numerazione progressiva. Una traccia della carta carbone, che in inglese si chiama “carbon copy”, è rimasta nella nostra quotidianità. Di derivazione inglese, è la sigla “CC” che oggi viene utilizzata nelle email quando si mette qualcuno in copia conoscenza. La sigla “BCC” sta invece per Blind Carbon Copy, una copia conoscenza oscurata. Infatti le persone in BCC non sono visibili agli altri destinatari, sono nascoste e invisibili. Un tempo questa sigla serviva per indicare appunto i destinatari delle copie carbone delle lettere, rigorosamente scritte su carta intestata. Così la carta carbone o carta copiativa è stata croce e delizia di innumerevoli documenti al giorno di interi uffici. Non tornerà più superata dalla tecnologia e dai tempi, anche se forse in qualche scatola dimenticata in un vecchio cassetto, forse qualcuno un giorno la ritroverà impolverata pronta per la prossima copia.