Politica e pubblicità: quale rapporto con la società?

di Alessandro Claudio Giordano

I media da tempo sono il barometro della nostra quotidianità. Ci accompagnano verificando il nostro umore ed hanno sempre la ricetta, la soluzione per "aiutarci" ad uscire dall'impasse Così oggi il  pubblicitario è uscito dall'angolo é divenuto a tutti gli effetti un maitre a penser.  “Si racconta che all'angolo di una via ci fosse un cieco che appeso al collo aveva un cartello con la scritta: 'Cieco dalla nascita.' Riceveva poche elemosine.

Passò di lì un pubblicitario che gli modificò il cartello. Poiché le offerte fioccavano, il cieco, quando lo incontrò nuovamente, volle sapere cosa avesse scritto. 'Il messaggio è lo stesso, ho solo cambiato il cieco in curioso. 'È il primo giorno di primavera e non posso vederlo'.” Se esiste un uomo che negli anni ha saputo cambiare l’approccio alla pubblicità ed ancor prima alla politica quell’uomo è Jacques Séguéla. Giornalista, pubblicitario, e tanto altro ha cambiato il modo di far politica, trasformando e ritagliando anche personalità restie al cambiando come François Mitterand che entrò nelle case dei francesi con “la force tranquille”.

Ed il 10 maggio 1981, nei ballottaggi, superava con il 51,76% dei voti l'avversario e Capo dello Stato uscente Vialéry Giscard d'Estaing, diventando il primo presidente socialista della V Repubblica francese. In fondo non esistono differenze sostanziali tra la comunicazione su di un detersivo, un’ automobile o su di un politico. Qualsiasi parola che definisca un messaggio pubblicitario è identica per l'uno o per l'altro. La grande differenza sta nel messaggio che porterà il manifesto. Resta comunque fondamentale l’etica con che viene in soccorso nel confronto politico. Già perché esistono regole che devono essere rispettate. La prima regola è che si vota per l'uomo e non per il partito.  Così il partito deve accettare di mettere davanti l'uomo scelto. La seconda è che si vota per un'idea e non per un'ideologia. Finiamola di raccontare cosa c’è a destra e cosa a sinistra. Oggi si vota per il progetto che porta l'uomo politico e non per i programmi politici che lo sorreggono. La terza regola è che si vota sempre per il futuro e mai per il passato. La quarta ed ultima regola riassume tutte le precedenti: viene eletto l'uomo che riesce a raccontare al proprio popolo il pezzo di storia che desidera farsi raccontare in quell'istante preciso della sua storia, a patto di essere un eroe credibile. La pubblicità oggi regola la politica ed i media ne condizionano tempi e reazioni. In un mondo di socials, l’esigenza è essere la sintesi del proprio pensiero intanto, delle proprie priorità poi. Oggi al di là della frammentazione dei partiti che hanno cambiato il loro ruolo esiste un un fil rouge, una combinazione che consente un rapporto diretto con chi vota. E’ il parlare alla testa dell’elettore, ma anche alla pancia. Esserne ancora il fiduciario presumere scendere a compromesso con gli strumenti che la nostra quotidianità propone e, nostro malgrado cinguetii compresi. In Italia seguiamo sovente un processo inverso che mette al centro di tutto la forza politica mentre la gente spinge per l’individuo. Oggi è cambiata anche la stessa percezione di partito, non più come apparato politico o fiduciario di continuità democratica.  E’ importante capire questo per captare dove guarda la nostra società. Un mondo per certi versi rovesciato rispetto ad alcuni decenni fa, ma saremmo sulla strada giusta, se riuscissimo a captarne le intenzioni. Oggi la nostra società si è abituata a curiosare ed dopo un XX secolo molto sedentario, oggi si è trasformata in una società di internauti che tempo che vivono una sorta di nomadismo intellettuale, una malattia non grave che ci apre al confronto. In fondo  l'uomo che ha cominciato nomade torna alle origini.