Scienza di frontiera: Isaac Asimov

di Piero Giuseppe Goletto

Tra i tanti anniversari del 2020 vi è anche il centenario della nascita di Isaac Asimov. Scrittore e biochimico russo di origine ebraica naturalizzato statunitense, ha pubblicato nella sua vita oltre 500 volumi: libri di divulgazione scientifica e romanzi.

Asimov è soprattutto uno dei massimi scrittori di fantascienza; le sue narrazioni si fondano sulla plausibilità scientifica ma non mancano nella sua opera profonde riflessioni sociologiche.

Un esempio di queste, su cui vorremmo soffermarci, è nel Ciclo della Fondazione: ci riferiamo alla psicostoria, che nella attuale cultura è una branca della storia (è infatti l’analisi psicologica dei personaggi del passato).

Siamo in un futuro molto distante e la narrazione si colloca tra il tramonto del Primo Impero Galattico e la fase di interregno che precede la creazione di un nuovo impero. Se state pensando che ci siano analogie con la caduta dell’Impero romano avete perfettamente ragione: Asimov trova lo spunto per scrivere il Ciclo della Fondazione in E. Gibbon “Declino e caduta dell’impero romano”.

Nodo essenziale del Ciclo è la previsione di una lunghissima epoca di decadenza e la necessità di predisporre azioni che accorciassero da trentamila a mille anni l’età oscura che viene a crearsi a seguito del declino dell’Impero Galattico.

Nel Ciclo della Fondazione, la psicostoria è una scienza sociale creata dal matematico Hari Seldon sotto la spinta di R. Daneel Olivaw; basata su metodi matematici e statistici, questa scienza consente di prevedere l’evoluzione futura di una determinata società. Seldon perfeziona così una scienza basata su modelli matematici e statistici che applica ai miliardi di individui sottoposti all’Impero Galattico. L’Autore introduce però passaggi critici (detti “Crisi Seldon”) in cui una società si trova a dover affrontare la scelta tra possibili cammini evolutivi; si tratta di snodi il cui scopo è accelerare lo sviluppo della società e fermare le situazioni di declino in atto.

Tutto il Ciclo della Fondazione si basa sull’attività di due fondazioni: una, incaricata di redigere una gigantesca Enciclopedia Galattica e salvaguardare il sapere dell’impero e la seconda, la cui funzione diventa avvincente pretesto narrativo nel dipanarsi del racconto.

Asimov era interessato a dottrine scientifiche estremamente rilevanti quali teoria dei sistemi, teoria dei giochi, teoria del caos. Il matematico Thomas Siegfried nel suo libro “A beautiful math” propone un confronto tra la psicostoria e la teoria dei giochi, che nasce dal futuro premio Nobel John Nash negli stessi anni Cinquanta in cui esce la trilogia della Fondazione. Il libro, pubblicato nel 2006, affronta anche il tema delle reti sociali (Facebook nasce nel 2004).

Forse il test della validità di una narrativa fantascientifica è il suo avverarsi o il suo prendere forma; il che, nel caso della psicostoria, richiederà tempi lunghissimi. Tuttavia qualcosa di simile alla psicostoria è nell’aria e la si legge in libri come  L’atomo sociale. Il comportamento umano e le leggi della fisica di Mark Buchanan (2008) o La teoria dei frattali e la previsione dei cicli di borsa di Fabrizio Coppola (2008). Quest’ultimo libro riguarda una particolare disciplina che si chiama econofisica e che applica alla previsione delle tendenze di Borsa la teoria dei frattali.

Merita attenzione un articolo del tenente colonnello Vinicio Pelino – metereologo, matematico nonché studioso di geopolitica in servizio nell’Aeronautica Militare Italiana in cui si legge  «i fenomeni sociali come le rivolte nell’area africana del Mediterraneo sembrano seguire dinamiche proprie della teoria della complessità. Dai fenomeni auto-organizzati alle social networks, il comportamento collettivo può essere letto e analizzato con validi e recenti strumenti matematici. Il lavoro [di Pelino] si propone di offrire una panoramica sulle conoscenze che negli ultimi anni le scienze esatte hanno messo a disposizione per l’analisi geopolitica, in particolare sulla predicibilità degli scenari, inquadrati in un contesto di dinamiche non lineari e caotiche» (Casadei, 2012).

Questo non è che un esempio; la “scienza della storia”, come la intendeva Asimov nella trilogia della Fondazione, è molto lontana, anche se un tentativo in questo senso va sviluppandosi con la cliodinamica (la cui idea di base è studiare le condizioni che inducono i passaggi storici) e con la futurologia. Questi sviluppi hanno un aspetto inquietante. Poter predire i comportamenti futuri di un aggregato umano potrebbe prestarsi a servire da strumento di manipolazione collettiva soprattutto se si considera quanto siano pervasive certe reti sociali nei cui confronti una quota molto alta della popolazione è tendenzialmente indifesa.