di Piero Giuseppe Goletto
Questa è una storia che merita di essere seguita con grande attenzione e che infonde coraggio.
Alcuni giorni fa, Starship SN15 ha effettuato il suo primo volo sperimentale e ha raggiunto l’altezza di 10 km. Il velivolo ascese fino all’altitudine prevista, disattivando ciascun motore Raptor in sequenza man mano che si raggiungeva il punto di apogeo. Dopodiché SN15 assunse una posizione orizzontale e si riposizionò in verticale per l’atterraggio sulla piattaforma di lancio.
Per chi osserva l’intera sequenza (la potete vedere qui, e ne vale la pena: https://youtu.be/z9eoubnO-pE), sembra di vedere un film di fantascienza.
Invece nessun effetto speciale è stato utilizzato ed anzi siamo di fronte al primo successo completo di questi lanciatori sperimentali.
Il precedente test effettuato con Starship SN10 si concluse con un’esplosione dovuta a un guasto ai motori.
Starship è un tipo di lanciatore completamente nuovo. Si tratta di un veicolo di lancio totalmente riutilizzabile progettato e costruito dalla SpaceX di Elon Musk, la cui architettura prevede il lanciatore, il veicolo, una tecnologia di trasferimento di propellente da collocare in orbita terrestre bassa.
Nella sua versione definitiva, il lanciatore, denominato Super Heavy, è lungo 70 metri ed ha un diametro di 9 metri. E’ alimentato da metano liquido raffreddato e ossigeno liquido, ed è spinto da 28-31 motori Raptor che forniscono 61,8 MN di spinta al decollo (come dire: circa 83000 cavalli, in pratica la potenza di poco meno di 100 vetture di F1). Questo tipo di alimentazione è una novità assoluta e si giustifica con l’ipotesi di ricavare su Marte sia il metano che l’ossigeno liquido (è la cosiddetta ISRU, In situ Resource Utilization).
Il lanciatore ritorna presso la rampa di lancio tramite le tecnologie di atterraggio retropropulsivo che SpaceX utilizza sul Falcon. Sopra il lanciatore viene collocato un secondo stadio, la Starship vera e propria, utilizzabile in tre configurazioni: navicella, tanker (serbatoio per rifornimento in orbita), veicolo per l’immissione in orbita di satelliti. In questo modo, la Starship sarà capace di volare fino alla Luna o Marte e sostituirà i razzi Falcon e la capsula Dragon. SN15 è un prototipo dotato di soli 3 motori Raptor.
A metà aprile, la NASA ha selezionato SpaceX per il ritorno sulla Luna nell’ambito del programma Artemis, ma è in corso un contenzioso con Blue Origin di Jeff Bezos, che ha contestato tra l’altro il rischio di monopolio da parte della Compagnia di Elon Musk.
Il programma Artemis prevede che a portare quattro astronauti nell'orbita lunare già nel 2024 sarà il nuovo grande lanciatore della Nasa, lo Space Launch System (Sls) sul quale sarà integrata la capsula Orion.
Una volta in orbita intorno alla Luna, due degli astronauti lasceranno Orion per trasferirsi nello Human Landing System (Hls), una versione evoluta del LEM.
Secondo i piani della Nasa questa prima missione prevede che gli astronauti restino sulla Luna per una settimana, dopodiché il lander li riporterà a bordo di Orion, dove raggiungeranno i colleghi per tornare sulla Terra. Non c’è da stupirsi che la metodica per arrivare sulla Luna somigli a quella dell’era Apollo: in sostanza la Terra e la Luna non sono cambiate da più di mezzo secolo fa, sono sempre allo stesso posto l’una rispetto all’altra e disponiamo solo di tecnologie basate sulla chimica per produrre energia.
Starship servirà ad arrivare su Marte e presumiamo a dare supporto alle missioni lunari.