L’isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi 28 maggio – 16 giugno

da Redazione

Antonio Latella allestisce per il Teatro Stabile di Torino la commedia musicale di Sergio Tofano, nella quale recitò da ragazzo. Un’avventura in rima, sulle note di Nino Rota, in un universo linguistico quasi “dadaista”, con l’esprit gioioso dell’infanzia perduta. Per il regista, una nuova tappa nel “percorso di ricerca sul verso” che lo ha portato da Tasso a Sto.

 Regista di punta della ricerca teatrale europea, Antonio Latella compie un viaggio nel tempo mettendo in scena per il Teatro Stabile di Torino quell’Isola dei pappagalli con Bonaventura prigioniero degli antropofagi che interpretò da ragazzo, appena diciottenne, diretto da Franco Passatore. È un naufragio quello raccontato in rima da Sergio Tofano, sulle musiche di Nino Rota, con l’eroe dei fumetti dall’inseparabile bassotto e i buffi personaggi della nave Teresina perduti su un’isola tra «cannibali brutti e pappagalli belli»; ed è un naufragio nella memoria quello di Latella che torna alla gioia dei suoi anni giovanili, in quel luogo che non potrà mai più essere lo stesso. Dal multiforme ingegno di Sto una surreale commedia musicale dagli effetti speciali linguistici quasi dadaisti, con parole che si inventano e si ripetono, suoni echeggiati e pensieri rotti e frantumati. Latella, che adora le filastrocche, alla semplicità delle rime di Sto è arrivato (dopo l’esperienza di Pinocchio) in un percorso di ricerca sul verso passato attraverso l’Aminta di Tasso: «È un punto finale a ritroso, come se fosse la prima stazione di un viaggio che lentamente va a toglier teatralità, per aggiungere meraviglia e, spero, incanto». Al termine delle sue peripezie, Bonaventura non riceve il famoso milione. E dunque non c’è premio di consolazione: Alla fine si torna al luogo dove tutto è iniziato, dove il primo bacio era una rima baciata, e purtroppo da noi tutti dimenticata.