Cuneo: crescita della città nel Medioevo

di Alessandro Claudio Giordano

Cuneo, sin dalla sua nascita ha sempre dovuto difendersi da quanti volevano conquistarla per farne chi una città fortezza, chi per aver libera la strada verso la pianura a Nord e verso le montagne a Sud.

Di fatto abbiamo notizie di Cuneo, o meglio di un agglomerato di abitazioni riunite in un nuovo abitato non ancora però Comune con il documento n. 717 del Codex Astensis, del giugno 1198. “PicioCuney” o Pizzo di Cuneo, poteva contare su una propria organizzazione con a capo tre consoli rettori. I cuneesi scelsero di mettersi al servizio della città di Asti, chiedendone la protezione Così venne siglato un patto d’alleanza fu firmato nel giardino della chiesa di SanPietro a Romanisio, una località parte del distretto di Asti. Alla riunione parteciparono il podestà astigiano, i consoli di Cuneo e l’abate di Borgo San Dalmazzo. Il luogo scelto per la nascita della città rispondeva ad esigenze strategiche. Era difeso sui lati ai lati da ripide ripe che portavano ai due fiumi Gesso e Stura, mentre a Sud (diremmo l’odierno altipiano) venne scavato un profondo fossato e costruita una palizzata a prima difesa da eventuali attacchi provenienti dalla montagna. E per cuneesi i problemi con il vicinato furono immediati vuoi perché il Marchesato di Saluzzo mal sopportava l’idea di una continua migrazione di parte della sua popolazione verso il nuovo centro urbano ed Alba non avrebbe voluto che un accordo con Asti da parte di Cuneo avrebbe procurato problemi di carattere territoriale. Così dopo il primo attacco dei saluzzesi, accordo con Alba a Cuneo (senza peraltro nessun iniziativa di soccorso da parte astigiana) fu sottoscritta una pace nelle vicinanze di San Benigno di Caranta fu firmata la pace tra le parti in conflitto. In realtà questo atto non riporta nulla di particolare solo la consacrazione nel patto di Comune di Cuneo (comune Cunei). Negli anni successivi la città strinse alleanze, non sempre favorevoli cercando di crescere osteggiata in questo dalla rivalità con i vicini centri. Si ha notizia di un’alleanza siglata nel 1204 tra i marchesi di Monferrato, Saluzzo, Busca, Ceva, Clavesana e del Carretto, oltre al comune di Alba obiettivo una guerra ai Comuni di Asti, Cuneo e Vico (Monteregale). In epoca medievale abitualmente si utilizzava la spada a soluzione dei problemi, così in questo periodo non si contano le diatribe risolte con scontri militari. Nonostante questo per alcuni decenni di Cuneo non si ebbe più notizia. Sino al 1230 quando un piccolo gruppo dell’esercito della Lega Lombarda dopo aver messo a ferro e fuoco le campagne dell’astigiano, approdarono a Cuneo, diedero aiuto tangibile ai cuneesi Le truppe milanesi si fermarono per qualche tempo a difesa di Cuneo e lo stesso stabilendo addirittura un campo il “Campus Mediolanensium”.  alle Basse di San Sebastiano. Cuneo e Milano si scambiarono anche le loro devozioni religiose. A Milano, presso la porta Comacina, venne costruita una chiesa dedicata a San Dalmazzo di Pedona e a Cuneo, sull’estrema punta dell’attuale Piazza Torino, fu costruita una chiesa dedicata a Sant’Ambrogio, il patrono di Milano.

 

 

Dopo l’intervento milanese, Cuneo cominciò a crescere diventando un centro importante allo sbocco delle valli. L’esigenza era la formazione di un proprio distretto, vale a dire un territorio direttamente sottoposto all’autorità di Cuneo. In buona sostanza la città sfruttava la posizione strategica con grandi vantaggi sulle concorrenti perché all’imboccatura di vallate servite da valichi importanti sia economicamente che militarmente. Per ciò che riguarda la città in se é importante ricordare che il perimetro cittadino si estendeva dal pizzo di Cuneo per buona parte dell’attuale via Roma (denominata anticamente platea, poi Contrada Maestra), divideva in due parti da Nord a Sud la città: clapa Gecii e clapa Sturie. La parte verso la Stura era a sua volta divisa nei due quartieri di San Francesco a nord e di Nostra Signora del Bosco (attuale Cattedrale) a sud; quella verso il Gesso aveva a nord il quartiere di S. Dalmazzo (nel XVI secolo detto poi di S. Ambrogio) e a sud il quartiere di San Giacomo. Tutti i quattro quartieri erano divisi da vie dette Ruate che portavano recta via alle porte di uscita dalla città. Il termine Ruata passò ad indicare il gruppo di case che stava lì attorno, divenne cioè sinonimo di quartiere all’interno della villa e poi di borgata all’esterno.Le strade presero il nome di “Carrubium” in seguito “Contrade” e le strade trasversali, che andavano in direzione da Est e Ovest non vennero costruite rispettando regole ortogonali, ma a spina di pesce rispetto Via Roma, probabilmente per esigenze anche di difesa.

Detto questo bisogna però immaginare che le costruzioni dell’epoca erano semplici casette, che prevedevano il più delle volte un giaciglio, un orto ed un piccolo spazio spesso adibito a recinto per piccoli animali. L’economia cuneese dell’epoca poggiava sulla piccola agricoltura, un poco di artigianato e gli scambi commerciali che fecero di Cuneo un punto importante per lo sviluppo dell’intera area. In un tempo in cui lo sviluppo era piuttosto lento, bloccato talvolta da epidemie, talvolta da guerre. Cuneo, in questo periodo crebbe, ed ebbe modo di sviluppare un’attenzione particolare ai rapporti con la Chiesa che dettò scelte ed iniziative della piccola comunità. La bolla “Religiosam vitam” (Vita religiosa) emanata il 12 dicembre 1246 a Lione da papa Innocenzo IV, su sollecitazione dell’abate di San Dalmazzo, stabiliva quai fossero le chiese di Cuneo sottoposte all’autorità dell’abate di San Dalmazzo e quali al vescovo di Asti. Dipendenze dell’abbazia di San Dalmazzo erano le chiese di santa Maria del Bosco, san Giacomo, sant’Ambrogio (che aveva anche una cappella dedicata a san Secondo, patrono di Asti) e san Dalmazzo, mentre dipendenze del vescovo di Asti erano Santa Maria della Pieve e San Michele, sei chiese dislocate nell’area corrispondente all’attuale centro storico della città.

 

A tutti gli effetti la Cuneo di metà duecento era un Comune autonomo. L’amministrazione era esercitata nel Palazzo dell’abate di Borgo San Dalmazzo, dove oggi c’è la Torre Civica, dotato probabilmente di un portico per ospitare chi vi si recava. Questa era la Cuneo medievale, in via di espansione. Un secolo più tardi (inverno 1347) la città, alleata al Conte Amedeo VI di Savoia subirà e sarà occupata durante il primo assedio per mano delle truppe del duca Visconti. E’però importante ricordare che in questo periodo Cuneo crebbe sfruttando quanto più possibile  un’economia organizzata, artigianale e di scambio, verso una posizione preminente in tutta l’area del basso Piemonte. Come detto la città dovrà poi affrontare assedi e periodi di lungo disagio, snaturando anche la sua vocazione commerciale per quella militare. Questa è però storia non più del medioevo cittadino che paradossalmente ha reso tanto a Cuneo ma di un epoca più moderna e più difficile per la comunità cuneese.