.....la Val Roya italiana

di Alessandro Claudio Giordano

Nelle settimane successive la conclusione del secondo conflitto mondiale, l’Europa era percorsa da incertezza ed instabilità. I vinti con le pezze sui pantaloni ed ancora poche lacrime per piangere cercavano con difficoltà di recuperare una situazione di grave instabilità sociale e politica.

Per i vincitori invece l’obiettivo era diverso ed in parte rappresentato dal voler recuperare con accordi oppure interventi, e vedremo anche militari, uno status politico e territoriale precedente. L’obiettivo di Charles de Gaulle a capo della Francia liberata, era di riportare le aree transfrontaliere nei tempi  rivendicate nel perimetro dell’Hexagone. Azioni queste che investivano un’importanza forse più di strategia politica che di effettiva rilevanza economica. Così il 25 aprile dopo che i partigiani della Brigata Garibaldi Nuvoloni avevano liberato buona parte della valle, un centinaio di soldati del 29° Régiment Tirailleurs Algériens entrarono, occupando Tenda e Briga ed ordinando il disarmo dei partigiani, che ebbero solo poche ore di tempo per lasciare la zona. Il 28 aprile da Nizza camion militari scortarono, accompagnando in Val Roya numerose famiglie francesi con scorte alimentari pronte per insediarsi nel nuovo sito. Ed il giorno successivo il tacito passaggio era di fatto concluso. Les drapeux francesi, i manifesti del Comité de Rattachement tappezzavano tutte strade e lo stesso Comité dichiarava decadute le amministrazioni italiane. Il 29 aprile fu istituito un referendum per completare, formalizzando l’annessione. I termini della consultazione erano piuttosto semplici e prevedevano il voto per l’annessione o per l’astensione, senza l’opzione di rimanere con Roma.

 

A Briga si contarono 976 voti per la Francia e 39 schede bianche; a Tenda 893 favorevoli e 37 schede bianche. Opporsi? Certo si sarebbe potuto, ma chi l’avesse fatto avrebbe perso la carta annonaria. Intanto venne imposto il francese nelle scuole e come lingua nell’amministrazione pubblica. Di lì a qualche tempo  lo sbarco americano in Provenza del 15 agosto mitigò un po' la situazione e lo stesso Comando americano richiese ed ottenne parte del ritiro delle truppe francesi. La Francia rifiutò comunque qualsiasi mediazione e dopo il 28 agosto giorno in cui le truppe francesi entrarono a Nizza, la Francia rilanciò il progetto di annessione. Nel 1946, l’amministrazione del Norditalia passò dagli Alleati al governo italiano. L’Italia sconfitta dovette accettare le condizioni dettate dalla Conferenza di Pace. Così il 15 settembre 1947, Tenda, la frazione di Vievola di San Dalmazzo, Briga Marittima e le borgate Piena Alta e Libri del comune italiano di Olivetta San Michele, vennero cedute alla Francia che annunciò un altro referendum, secondo la legge francese, per il 12 ottobre 1947. La maggioranza fu per l’annessione alla Francia: il 94% a Tenda, il 96% a Briga. E l’operazione fortemente voluta da de Gaulle conclusa. Un’opera come già accennato che affonda le sue radici e fa leva sull’interpretazione, comunque corretta, francese degli accordi di Plombières con cui a fronte di un aiuto nella guerra contro l’Austria Cavour rendeva disponibile a Napoleone III, la cessione delle aree trasfrontaliere da parte del Regno…Ah Cavour. Questo fu l’appiglio di contro una nazione stremata e sconfitta, spalle al muro non poteva trattare in condizioni paritarie. Resta rammarico seppur siano passati tanti anni. Oggi in fondo parliamo di Europa, la storia europea ha voltato pagina ed i progetti di carattere politico ed economico sono cambiati. Ma la Val Roya chiede aiuto e le amministrazioni italiane e francesi dovrebbero intervenire, cercando di recuperare un’area che oggi è marginale rispetto allo sviluppo dell’area italo francese. Vuoi per trasporti e dislocazione economica oggi tutta l’area rischia di chiudersi in un angolo dimenticato serve quindi un urgente intervento per non perdere definitivamente una vallata se no condannata a morire.