CoMIX - Viaggio nel mondo del fumetto e dell’animazione - Arrivano i paperi

di Piero Giuseppe Goletto

Paperino (Donald F. Duck) nasce in un cortometraggio del 1934, intitolato La gallinella saggia e sembrava destinato a un ruolo di comparsa oppure di “spalla” di Topolino.

Nello stesso tempo però andava crescendo la figura di Pippo e lo stesso Paperino piaceva, perché poteva essere invidioso, malizioso, ma anche tenero e affettuoso; è tuttora un personaggio sopra le righe, vivace, che ha mantenuto il suo stile “alla marinara”.

Questo, per inciso, fu ciò che portò la Disney a creare due universi (quello di Topolinia per il Topo e Paperopoli per Paperino).

Sin dai primi momenti Paperino è disegnato sotto la guida di Al Taliaferro, che immette nel personaggio aspetti del suo temperamento esuberante. Egli è anche il padre di Paperina, che prende spunto dalla moglie di Taliaferro, e di Nonna Papera che invece trae ispirazione dalla suocera.

La crescita di Paperino e la creazione del suo universo avviene però grazie a Carl Barks e a Don Rosa. Carl Barks ha la grande capacità di sviluppare il personaggio del papero anche in brevi storie di una pagina di albo a fumetti. E’ Carl Barks a creare il personaggio di Zio Paperone. Un imprenditore, finanziere, manager, magnate e banchiere, dotato di uno spiccato senso per gli affari: «il papero più ricco del mondo», la cui ricchezza si misura in fantastiliardi.

 Zio Paperone comparve per la prima volta nella storia “Il Natale di Paperino sul Monte Orso” (“Christmas on Bear Mountain”) e Barks lo aveva ideato basandosi su Ebenezer Scrooge, il protagonista del “Canto di Natale” di Charles Dickens. Il successo di Zio Paperone ne fa sostanzialmente un coprotagonista delle storie di Paperino e stimola Barks a creare tutto un insieme di personaggi comprimari come Qui

Quo e Qua, i Bassotti, Rockerduck, la fattucchiera Amelia (creata ispirandosi a Sophia Loren), Archimede Pitagorico, Gastone.

Da Carl Barks non si può prescindere per capire quello che è venuto dopo. Parliamo, per esempio, di Don Rosa, fumettista di origini italiane (i suoi antenati sono originari del pordenonese). Bisogna segnalare che uno dei più importanti lavori da lui realizzati è una saga, in dodici capitoli, in cui si ricostruiscono le origini di Paperone e della sua immensa fortuna.

I personaggi Disneyani, che sono animali antropomorfi, sono maschere. Paperino per esempio è pigro e sfortunato (è l’antieroe per eccellenza). Il personaggio di Zio Paperone è profondamente americano: immigrato dalla Scozia per cercare fortuna e instancabile lavoratore, è un papero che si è fatto da sé; ricchissimo, è al di sopra di tutti ma nello stesso tempo è distante da tutti tant’è che rimpiange l’amore della giovinezza (Doretta Doremì, cantante).

 Però, grazie all’abilità di Don Rosa (e poi degli autori italiani) si assiste ad una maturazione del personaggio che diventa più “umano” e affettuoso. Le storie di Zio Paperone sono anche un inno all’avventura, al lavoro, all’impegno. Gli autori italiani, dicevamo. L’Italia è nota per avere realizzato nel tempo una produzionedi fumetti Disney di alta qualità, e qui vorremmo ricordare alcune figure importantissime. La prima di queste è Romano Scarpa, fedele interprete dell’epopea di Carl Barks e nello tesso tempo capace di dare al papero più ricco del mondo un temperamento ricco e umano Scarpa è abilissimo a contrapporre al povero e sfortunato Paperino il fortunatissimo Gastone Paperone, suo antagonista per il cuore della bella Paperina. E se ella è la fidanzata di Paperino, perché non dovrebbe avere una spasimante Zio Paperone? Ecco allora nascere il personaggio di Brigitta. E se Topolino ha Pippo quale spalla comica perché Paperino non deve avere una spalla comica? Ecco lo strampalato Paperoga. Il secondo di questi è Giovanni Battista Carpi di cui vogliamo ricordare il filone delle “grandi parodie”, ne citiamo alcune: “Paperino principe di Dunimarca”, del 1960, parodia dell’”Amleto” di William Shakespeare; “Sandopaper e la perla di Labuan” e “Le due tigri”(Sandokan), “i promessi Paperi” e altre.

 Giovanni Battista Carpi è l’inventore di Paperinik alter ego “supereroe” di Paperino che,in queste storie, non è più l’eterno sconfitto. Leggiamo dalla “guida al fumetto italiano” (online) che l’ispirazione di Paperinik non viene dai supereroi in stile Diabolik quanto da Dorellik, interpretato da Johnny Dorelli nello show televisivo “Johnny sera” nel 1967.

Vogliamo ricordare in questa sede anche lo sceneggiatore Tito Faraci che è tra i principali sceneggiatori di Pk -Paperinik New Adventures – eh già, i fumetti hanno uno sceneggiatore ed è una figura essenziale.

E proprio un grande sceneggiatore del passato è Guido Martina, professore di Lettere e Filosofia che ha gettato le fondamenta della scuola italiana Disney Martina coglie gli aspetti essenziali dei personaggi disneyani (Zio Paperone diviene il “distillato” degli avari della letteratura, evocando sia l’Arpagone di Molière che il sior Todero di Goldoni o Shylock).

Però è molto simpatico perché viene proposto attraverso la caricatura psicologica e le gag comiche che si generano perché Paperino e Qui, Quo Qua vengono precettati nelle avventure dello Zione e per il gioco delle parti in commedia: già, perché lo Zione di Guido Martina in certi momenti deve qualcosa alla Commedia dell’Arte ed a Totò. Uno dei più importanti disegnatori Disney che ha lavorato anche con Guido Martina è Giorgio Cavazzano. Ad essi si deve tra l’altro l’invenzione di Paperinika, che è l’alter ego supereroe di Paperina. Cavazzano collaborerà molto con Tito Faraci, per la creazione di storie noir e poliziesche di cui è protagonista Topolino.

In conclusione di questo articolo vorremmo citare due personaggi del mondo del fumetto e dei cartoni animati che sono epigoni di Paperino. Ci riferiamo a Daffy Duck, anatra nera della Warner, senza peli sulla lingua e con una vena di follia; e a Howard The Duck, papero antropomorfo scorbutico protagonista di una serie a fumetti e di un dimenticabile film.