12 Marzo 2019 o 30 anni di World Wide Web

di Piero Giuseppe Goletto

Oggi il World Wide Web compie trent’anni. Caratteristica essenziale del web è la sua natura ipertestuale.

Il 12 Marzo 1989 Sir Tim Berners-Lee, che lavorava all’epoca presso il CERN di Ginevra, scrive “Information Management: A Proposal”, un documento in cui delinea un’ipotesi di un sistema di gestione di documenti: il World Wide Web non è Internet più di quanto non lo sia la posta elettronica; come quest’ultima, il World Wide Web è un servizio che opera attraverso Internet.

I suoi primi utilizzatori furono i militari, le università e i centri di ricerca.

Nell'aprile 1993 il CERN concesse l'uso del World Wide Web a chiunque, senza necessità di pagare i diritti, innescando un'esplosione nel suo utilizzo sia per quanto riguarda le pagine e i siti disponibili, sia via via per quanto riguarda le applicazioni che a loro volta del World Wide Web fanno uso (basterebbe pensare a molti social media).

L’idea  nobilissima di Tim Berners-Lee è sintetizzata in quella frase “This Is For Everyone” che apparve durante la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Londra: “una tecnologia nata per far avvicinare le persone, mettere la conoscenza a disposizione di tutti e permettere a tutti di avere un “ruolo” nella salvaguardia di queste possibilità”.

Nonostante non ci sia alcun dubbio sul fatto che il World Wide Web abbia dato accesso a una enorme quantità di informazione, è altrettanto vero che troppo spesso si assiste a situazioni in cui gli utenti litigano; il fenomeno degli hater rappresenta uno degli aspetti più sconcertanti e a parere di chi scrive non ci possiamo permettere, come società nel suo insieme, contrapposizioni così violente.

 

Allo stesso modo, rappresentano criticità i fenomeni delle fake news e delle fake truth (fatti autentici ma irrilevanti o “costruiti” in modo da essere distorti).  Al di fuori dei giornali e dei periodici, soggetti alla legge sulla stampa, gli altri soggetti non hanno alcun incentivo a fermare notizie false.

Gli algoritmi che regolano l’alimentazione di notizie possono rinchiuderci dentro una sorta di “bolla” che conferma i nostri pregiudizi e non ci dà l’opportunità di guardare oltre.

Ugualmente delicato è il rapporto tra World Wide Web e dati personali: non è questo articolo la sede più idonea per affrontare questo discorso ma a parere di chi scrive occorrerebbe forse accrescere la consapevolezza nelle persone del significato di tutelare i propri dati sensibili (di fatto, quindi, la propria identità e la propria storia) e conferire a ciascuno assoluto controllo sui dati personali.

Chi scrive si sente molto vicino agli ideali di Tim Berners-Lee, prima esposti. Sir Tim Berners-Lee ha fatto la rivoluzione senz’armi come l’aveva fatta nel Quattrocento Gutemberg.

Chi scrive è certo che l’uso intelligente del World Wide Web consente di accedere a un oceano di conoscenza e alimentarlo, anche solo con una ricetta di cucina o una barzelletta così come un racconto o una canzone o una bella  foto, oppure sviluppare e mantenere relazioni personali.Ma tutta questa conoscenza va vagliata e occorre discernere il vero dal falso.

Ciò che non è mai esistito prima è che questa conoscenza e queste relazioni siano letteralmente a portata di mano, via computer  o telefonino.